Quasi 7 milioni di visualizzazioni solamente su YouTube, hanno attirato le attenzioni di moltissime persone sul Mamute.
Questo camion della Mercedes-Benz, si trasforma in un efficientissimo fuoristrada 6×6 grazie ad una particolare sospensione posteriore basculante.
La modifica a questo veicolo che da oltre 40 anni continua a lasciare a bocca aperta per la sua particolare guida fuoristrada è stata realizzata dall’azienda brasiliana Engesa, un’azienda che si occupava dell’allestimento di veicoli per scopi militari.
Proprio per questo scopo il Mamute era stato concepito, basandosi su un camion a quattro ruote della Mercedes-Benz. Con la modifica effettuata, questo veicolo è in grado di utilizzare le quattro ruote posteriore per oscillare in maniera indipendente ed adattarsi alla perfezione alle salite più ripide.
Il concept è stato elaborato nel 1976 ma solamente in seguito è stato realmente sviluppato.
Ovviamente la parte più interessante di questo progetto è la sospensione in stile boomerang, realizzata dalla Engesa, che in passato era stata ideata per un progetto che non fu mai completato.
Grazie a questa ingegnosa manovra, il camion riesce a superare inclinazioni quasi impossibili e superare così tratti altrimenti impercorribili.
Oltre alla sospensione posteriore questo LG-1519 6×6 è accompagnato da un motore diesel aspirato OM 355/5 che lo dota di 195 cavalli e 658 Nm, gestito da un cambio a sei rapporti ZF S680.
Il video delle sue performance è riuscito ad incantare tantissime persone, che sarebbero interessate a questa tipologia di trasporto, anche al di fuori delle linee militari.
Per molti utenti, le immagini che vedono questo veicolo effettuare delle ripide salite e scenderle in retromarcia, senza problemi, sono state quasi ipnotiche e le condivisioni sui social sono state moltissime.
Chissà se in futuro potremo assistere a simili creazioni anche in ambito civile. Sicuramente sarebbero strumenti molto utili nelle mani delle forze dell’ordine e in quelle degli addetti alle operazioni di soccorso. A volte i percorsi accidentati rendono davvero difficili certe procedure e se la tecnologia può dare una mano ad accelerare i tempi, ben venga.