veicoli elettrici. Tuttavia, ciò solleva alcune preoccupazioni che potrebbero dare un’indicazione di ciò che potrebbe accadere anche in altre parti del mondo.
IL VIDEO Un video recentemente pubblicato getta luce sulle possibili strategie adottate dalle case automobilistiche cinesi per ottenere incentivi statali, racimolare finanziamenti e dominare il mercato.
Grazie all’ausilio di droni, il filmato mostra vasti spazi ricoperti da migliaia di auto elettriche cinesi, apparentemente abbandonate. Tra queste, è possibile identificare modelli come Geely Kandi K10 EV, Neta V e BYD e3. Queste vetture sono state individuate a Hangzhou, capitale della provincia di Zhejiang. È sconcertante vedere come la loro lucente vernice bianca sia ora opacizzata dalla polvere e come l’erba stia crescendo intorno agli pneumatici. Malgrado ciò, gli interni delle auto appaiono intatti: i sedili sono ancora protetti da pellicole di plastica e gli schermi sono luminosi.
Sorprendentemente, tutte le auto hanno una targa. Winston Sterzel, l’YouTuber che ha diffuso il video, suggerisce che le aziende cinesi di veicoli elettrici potrebbero aver registrato queste auto come “vendute” per gonfiare le cifre di vendita e beneficiare degli incentivi governativi.
In merito, l’YouTuber ha dichiarato che tali veicoli vengono prodotti “senza una reale analisi di mercato o valutazione della loro fattibilità”. Va però sottolineato che alcune delle immagini risalgono a due anni fa. Non è dato sapere lo stato attuale di questi veicoli o se siano state prese misure nei confronti delle aziende. Un documento tradotto riporta: “Inventario BYD sommerso, 600 auto in attesa di smaltimento”. In un video correlato, si specifica che l’area in cui le auto sono parcheggiate misura oltre 15.000 mq ed è classificata come “zona commerciale”.
Non è la prima volta che si riscontrano situazioni simili. Il South China Morning Post e The Atlantic hanno documentato casi analoghi a Shanghai nel 2018. Ma, in quel contesto, il problema non riguardava le auto, bensì le biciclette. The Atlantic ha evidenziato come, dopo l’esplosione del bike sharing in Cina nel 2017, l’offerta di biciclette ha superato di gran lunga la domanda, generando enormi ammassi di biciclette inutilizzate.